Il Suolo e il Vino: Come la Terra Modella il Gusto

Febbraio 25, 2025

Quando pensiamo al vino, spesso ci concentriamo sul vitigno, sulla sua storia e sulle tecniche di vinificazione. Ma c’è un altro elemento, silenzioso e fondamentale, che contribuisce in modo significativo alla qualità del vino: il terreno.

Sì, perché il tipo di suolo in cui le viti affondano le loro radici influenza profondamente le caratteristiche dell’uva e, di conseguenza, del vino che ne deriva. Un po’ come un artista che, scegliendo con cura la tela e i colori, dà vita a un’opera unica e irripetibile.


Un Mosaico di Terreni, un Mosaico di Vini

La Terra è un mosaico di terreni diversi, ognuno con le sue peculiarità. Questa diversità si riflette nei vini che nascono in ogni angolo del pianeta.

Ci sono i terreni argillosi, che trattengono molta acqua e sono altrettanto fertili, essendo ricchi di nutrienti essenziali per la crescita della vite. Questi terreni danno vita a vini corposi, con tannini robusti e una struttura ben percepibile al palato. In Italia possiamo ritrovare tali terreni in zone come l’Alto Adige, il Bolgheri (Toscana) e il Carso (Friuli Venezia Giulia), mentre a livello internazionale in regioni rinomate come la Borgogna, la Napa Valley, la Ribeira del Duero e la Barossa Valley australiana.

Poi ci sono i terreni sabbiosi, composti da almeno il 60% di sabbia. Sono leggeri e molto drenanti. Qui le viti faticano di più, ma producono vini più leggeri e profumati, con meno tannini, ricordando un bouquet di fiori freschi. Zone vitivinicole con questo tipo di suolo si trovano nella Francia meridionale, nelle Langhe, in Valtellina e nella parte meridionale dell’Etna (sabbia vulcanica).

Curiosità: i terreni sabbiosi offrono una resistenza naturale alla fillossera, un parassita che ha devastato i vigneti europei nel XIX secolo. Questo insetto attacca le radici della vite, causando il deperimento della pianta. Si è osservato che la fillossera trova grande difficoltà a insediarsi in questi suoli, rendendo i vigneti qui impiantati praticamente immuni al problema.

Abbiamo poi i terreni calcarei, tra i più diffusi al mondo, ricchi di calcare e carbonato di calcio. Questi terreni favoriscono acidità e mineralità nel vino, donandogli quella freschezza che lo rende così piacevole al palato. Tra le zone più rinomate troviamo la regione dello Champagne, della Borgogna e della Loira in Francia, mentre in Italia il Chianti Classico, Montalcino, le Langhe e il Salento.

Infine, ci sono i terreni vulcanici, di origine magmatica, formati da detriti rocciosi di diverse dimensioni. Questi suoli si caratterizzano per un’elevata porosità e un’abbondanza di minerali, che conferiscono ai vini una spiccata mineralità, sapidità e freschezza, rendendoli facilmente riconoscibili. In Italia, le zone vitivinicole di origine vulcanica si trovano sui versanti dell’Etna, nei Campi Flegrei, nell’area del Vesuvio, nelle isole Eolie, sui Colli Euganei, sui Monti Lessini e in molte aree del Lazio.

Oltre ai terreni citati, esistono suoli limosi, ghiaiosi, ciottolosi, marnosi, calcareo-marnosi e quelli derivati da residui alluvionali. Ogni tipologia influisce sulla vite in modo diverso, determinando caratteristiche uniche nei vini. La combinazione di più tipologie di suolo all’interno di una stessa area crea sfumature irripetibili, esaltando la complessità del terroir. È proprio questa varietà a rendere ogni territorio vitivinicolo unico, dando vita a espressioni inimitabili di uno stesso vitigno.

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